Una condanna di ombre e spine by L.J. Andrews

Una condanna di ombre e spine by L.J. Andrews

autore:L.J. Andrews [Andrews, L.J.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9791220707848
editore: © 2024 Triskell Edizioni
pubblicato: 2024-03-18T23:00:00+00:00


18

Legion si mantenne alla distanza di tre passi. Jarl non disse nulla, ma avrei giurato di vederlo sorridere nel passare con me accanto a Herr Svart, seduto a un tavolo secondario. L’altro pretendente strinse gli occhi. Io, avrei voluto sparire.

Mavie e Siv avevano preso posto contro la parete insieme agli altri servitori. Accanto a loro c’era Bevan, mentre Tor e Halvar si erano diretti alle cucine. Non erano necessari e non avevano il permesso di restare.

Presi posto al tavolo tra Jarl e Legion. Anche se condivideva molte delle mie opinioni sulla cultura Timoran, quest’ultimo si adattava al lusso come se fosse la sua seconda natura. Sapeva come dare l’impressione di essere un uomo che non si piegava a nessuno, come sollevare con cortesia il corno per chiedere altro vino e birra, e anche come solleticare il fragile orgoglio dei nobili circostanti fino a farli soffocare dal ridere con la loro stessa arroganza.

Nonostante io invece fossi cresciuta in quel tipo di ambiente, riuscivo a malapena a nascondere il mio rancore. Anche il modo in cui strappavo la pelle di anguilla fredda trasudava risentimento. Ma nessuno mi chiese niente, ovviamente. Nessuno tranne Legion.

«Sto bene,» risposi all’occhiata preoccupata che mi rivolse quando feci stridere il coltello sul piatto. Non doveva dire niente, sapevo che domanda avesse sulla punta della lingua.

«Non ho detto nulla, Kvinna,» rispose in tono sornione.

Serrai le labbra. Eravamo seduti al tavolo del re, quello più vicino al podio su cui, nel giro di pochi giorni, sarebbe stato versato il sangue. Desiderai che la terra mi inghiottisse. Occhi indiscreti, intanto, mi lanciavano occhiate patetiche. Le sentivo sulla pelle. La gente mi fissava e mormorava, ma non si avvicinava. Ero circondata da moltissime persone, eppure mi sentivo sempre sola.

I sussurri cessarono quando re Zyben prese la mano della regina Annika, e la accompagnò ai due posti d’onore al tavolo. Lei aveva una carnagione pallida, come se non avesse mai messo piede sotto il sole, e sul volto aveva sempre dipinta un’espressione di disgusto.

La regina si sedette, ma suo marito rimase in piedi. Sollevò un calice. «Benvenuti. Con la vostra presenza qui, per celebrare la sconfitta dei traditori, fate onore al vostro re.» Passò lo sguardo gelido sul tavolo. Sogghignò e le perline d’osso intrecciate nella barba risuonarono. «Mangiate, bevete e divertitevi in queste giornate.»

La folla emise un mormorio di approvazione, e i camerieri iniziarono a servire i più ricchi e nobili tra i Timoran. Ignorai la maggior parte delle conversazioni, dato che riguardavano l’attacco, o la posizione sociale dei partecipanti, o i problemi del regno. Ma una donna a fianco di Legion ben presto attirò la mia attenzione per il modo in cui rideva e gli si avvicinava. Lui rispose con un sorriso gentile. Forse apprezzava l’attenzione. Non sapevo molto a livello personale su di lui, chi intrattenesse e che tipo di affetto avesse conquistato a Mellanstrad. Solo che fosse desiderabile per molte, e giravano alcune voci che sostenevano che fosse ben noto per altro, al di fuori dell’abilità di negoziatore.

«Abbiamo sentito la vostra mancanza in città, Herr Grey,» disse la donna.



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